Psicologo di base - 2011: Proposta di legge Sipap

13 Dic 2013

SS-2013.12.13-10.55.02La Sipap nel 2010 ha avviato con molti suoi soci un processo costruttivo per ideare una proposta di legge fatta dagli psicologi per gli psicologi che fu depositata nel 2011 per il tramite dell'On. Ileana Argentin. Nel 2014 la Sipap avrà la priorità di far in modo che l'Ordine faccia ripartire l'iter di approvazione.
“L’Oms ha dichiarato che nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di disabilità al mondo dopo le cardiopatie”. In Italia il consumo di antidepressivi dal 2002 al 2010 è passato dal 19,9 al 35,7%, con un incremento annuo del 6,7%. Il 6,4% della popolazione generale che ha usufruito di almeno una prescrizione di antidepressivi in un anno (circa 3.800.000 italiani) (Liuzzi, 2011).
Mirco Carotti, psicologo e psicoterapeuta, direttore della Scuola superiore di formazione in psicoterapia di Cremona: ha sottolineato come «La parola “crisi” è attualmente la più usata sia in campo mediatico sia in campo relazionale».

Negli Stati Uniti, dove è partita la crisi economica, sono già stati fatti studi a riguardo, ed è emerso che una persona su sette soffre del cosiddetto “Money disorder”, che provoca depressione, rabbia, irritabilità e in alcuni casi insonnia e problemi di alimentazione. Le incertezze connesse a crisi economica e difficoltà lavorative producono conseguenze a livello cognitivo, emozionale e motivazionale, e in assenza di adeguato sostegno possono predisporre od aggravare disturbi ansioso-depressivi, psicosomatici, relazionali e della sfera sessuale, varie forme di dipendenza patologica (alcool e fumo, sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo patologico, internet ecc. I dati delle ricerche nazionali e internazionali, sul rapporto costi benefici degli interventi psicologici in collaborazione con il medico di base nelle cure primarie parlano chiaro (Lazzari, 2011), integrare gli interventi psicologici nella cura delle malattie fisiche è un vantaggio per i pazienti e la società. Da un’analisi della letteratura sulle ricadute economiche degli interventi psicologici nell’ambito delle cure primarie, è emersa una riduzione delle spese sanitarie tra il 33 ed il 47% (Lazzari, 2011). Sino al 2/3 dei pazienti che presentano problemi che rientrano in una diagnosi di disturbo mentale, non riceveranno una diagnosi dal medico delle cure primarie (deGruy, 1996; Spitzer et al., 1994). Nel caso della depressione è stato stimato che solo un paziente depresso su tre cercherà delle cure dirette per i sintomi depressivi (Goodnick et al., 1995); di questi, il 70%-90% si rivolgerà ad un medico delle cure primarie (Blacker and Clare, 1987) con conseguente netto aumento del carico di lavoro per il medico e aumento del ricorso a visite specialistiche, esami e assegnazione di psicofarmaci.
Da una ricerca condotta in Italia dall’Associazione per la Ricerca sulla Depressione e presentata ad un Convegno nel 2007, dei 532 medici di famiglia intervistati, 317 hanno dichiarato di prescrivere psicofarmaci (per l’ansia e la depressione) nel 50% circa dei casi, 114 nel 70-80% dei casi, e 101 nel 20-30% dei casi.

Nel 2010 la benzodiazepina è stato il farmaco di classe C più venduto in Italia, con il 17,3% della spesa totale, pari a oltre 535 milioni di euro (Liuzzi, 2011).

In Italia lo studio condotto dal Prof. Luigi Solano (Solano et al., 2009) ha rilevato una riduzione della spesa sanitaria per i farmaci pari al 31%.

La presenza dello Psicologo nello studio del medico di base dunque potrebbe aiutare a prevenire e risolvere molti di questi problemi, con vantaggi sia per il paziente (Aumento il benessere psicofisico che viene adeguatamente accolto e aiutato, minori i tempi di ospedalizzazione e di attesa dal medico di base) che per il sistema sanitario nazionale (minori spese per visite specialistiche, esami, farmaci e riduzione delle ospedalizzazioni ) per il medico di base (Riduce il carico di lavoro del Medico di Base del 48%) e anche per la nostra categoria professionale quale opportunità lavorativa (dati i bassi tassi di occupazione degli psicologi).

Nel Lazio, anche il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, si pronuncia a favore della figura dello psicologo di base e sostiene di voler replicare il vincente modello britannico, senza aumentare le spese ovvero l’integrazione tra servizi sanitari e di psicologia, avviata già in Inghilterra tra il 2006 e il 2008 con un finanziamento iniziale di 173 milioni di sterline. L’investimento ha fatto sì che si determinasse un miglior utilizzo dei sistemi sanitari da parte dei pazienti grazie alla professionalità e all’indirizzo che ottiene dalla presenza dello psicologo nello studio del medico di base.

In Italia ad oggi, non è stata ancora varata una legge che preveda l’istituzionalizzazione della figura dello psicologo di base all’interno del SSN. Nel 2010 venne presentata in parlamento, dall’On. Foti e colleghi, la pdl n. 3215, “Istituzione della figura professionale dello psicologo di base”. http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/schedela/apriTelecomando_wai.asp?codice=16PDL0038080

La suddetta proposta nonostante gli ottimi presupposti iniziali, aveva un unico difetto, prevedeva che anche i medici con una preparazione generica e odontoiatri potessero assolvere a tale ruolo, mentre gli psicologi, dovevano possedere almeno 10 anni d’iscrizione all’albo. Un paradosso questo, che può essere compreso, ma non condiviso, solo osservando attentamente i titoli di studio di questi signori per rendersi conto di una totale incompetenza in materia di salute psicologica o ipotizzare che si sia trattato semplicemente di un atto volontario, per reiterare l’attuale modello medico di approccio al paziente ed evitare così un danno alle case farmaceutiche, ciò che potrebbe in realtà costituire un ostacolo all'introduzione dello Psicologo di Base nel SSN.

Contro la suddetta proposta, mi attivai personalmente con una petizione on-line, la quale oggi viene ancora sottoscritta e conta più di 14.000 firme http://firmiamo.it/psicologo-di-base-no-ai-medici

Il problema della completa assenza della nostra categoria al potere decisionale è un problema molto serio. Le decisioni che ci riguardano più da vicino e che dovrebbero tutelare, noi professionisti e i cittadini, non possono essere prese da persone che non hanno un minimo di preparazione in materia di salute psicologica.

La Sipap, di tutta risposta nel novembre del 2011, con il supporto dell’On. Argentin, presentò in parlamento la pdl n. 4808, “Istituzione della figura professionale dello psicologo di basehttp://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/schedela/apriTelecomando_wai.asp?codice=16PDL0055960

Con la quale apportava sostanziali correttivi alla prima proposta di legge, (pdl. n. 3215) restituendo agli psicologi l’esclusività di tale ruolo professionale e sottolineando l’importanza di tale figura, nell'ambito della prevenzione e del benessere psicologico dei pazienti.

La suddetta proposta di legge, finì però ben presto nel dimenticatoio a seguito dell’avvento della XVI legislatura con il governo Letta e la legge di pareggio in bilancio che mira a far si che vadano in pareggio le spese e le entrate dello Stato impedendone costituzionalmente il deficit di bilancio. Cosa significa questo per un paese come l'Italia?

Semplicemente che sarà impossibile mettere soldi nei settori che invece richiedono un forte investimento come quello della sanità.

Lo Stato dunque non investe nell’istituzione dello psicologo di base all’interno del SSN, anche se i dati delle ricerche condotte fanno presupporre che gli effetti benefici apportati dalla collaborazione medico - psicologo nelle cure primarie, possano nel tempo determinare un riassorbimento del deficit di bilancio nonché un notevole risparmio per il SSN che dunque potrebbe segnare la ripresa del SSN.

Il paradosso sta tutto qui: degli psicologi c'è più bisogno di ieri ma ci sono molti meno soldi per pagarli.

Ad oggi dunque, non è dato sapere quanto costerà inserire la figura dello psicologo di base, né i reali costi e benefici che permettono di varare una legge in merito e pertanto Il prof. Solano, continua la sua sperimentazione con tutte le difficoltà del caso, per dimostrare che i risparmi sarebbero ben superiori alla spesa e che il beneficio per la collettività è enorme, sostenuto dal Presidente Luigi Palma dell’Ordine nazionale, che concorda sostenendo che abbiamo bisogno di dati ancora più robusti e dettagliati sul territorio italiano.

Il prof. Luigi Solano dell’Università la Sapienza, spiega che: …”Il ruolo dell’Ordine del Lazio sarebbe fondamentale, in questo progetto, anche perché le persone già formate a questa attività sono residenti nel Lazio e quindi potrebbero molto più agevolmente partecipare ad una sperimentazione più ampia….”.

Come mai l’Ordine del Lazio, non ha contribuito in alcun modo e non mostra alcun interesse per questa nobile iniziativa? E come mai ha preferito investire i ns. soldi, quasi 3 Milioni di euro annui, in attività che non hanno toccato i bisogni della nostra categoria e sono stati incapaci di dare risposte alle crisi del settore?

Intanto presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica dell'Università La Sapienza di Roma, di recente è stato attivato il Master di durata biennale "Lo Psicologo di Base nell'assistenza primaria". Il Master si propone di formare psicologi che intendono lavorare in collaborazione con i medici di Medicina generale, prevede lezioni frontali e un tirocinio presso medici di Medicina generale e servizi di psicologia ospedalieri

Dati i tempi richiesti/previsti dalla sperimentazione del progetto pilota del Prof. Solano, in cui i più critici intravedono un tentativo lobbistico di risolvere un’emergenza occupazionale e dato l’aumento della domanda del servizio psicologico nell’ambito della cura e della prevenzione, ecco che attraverso le leggi di riordino del sistema dei servizi sociali regionali, previste dalla L. 328/2000, “legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali,” (di recente approvata dalla giunta comunale anche nella regione Lazio ma non ancora entrata in vigore), in alcune regioni Italiane (Campania e Veneto) assistiamo alla nascita di proposte di legge regionali, per l’istituzione dello psicologo del territorio, in Campania promulgata a legge n.9, il 13/08/2013.

Si tratta in entrambi i casi di un servizio, quello dello Psicologo del territorio, che si colloca “nel sistema dei servizi sociali delle Regioni” e non in ambito sanitario, viene di fatto istituito dai “Comuni, in forma singola o associata, oppure dagli ambiti territoriali competenti per la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali della Regione”, prevedendo questo nuovo Servizio nei “Piani sociali di zona”.

Il finanziamento di questi Servizi è in carico alle “risorse disponibili per la realizzazione dei Piani sociali di zona senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale”. In parole povere, chi finanzia è il comune e non l’ASL, non la regione. Ma sappiamo bene che la crisi economica, i tagli dei fondi per il finanziamento della spesa sociale, rappresentano dunque dei fattori di freno all’ampliamento dell’offerta di servizi. Come faranno i comuni a farsi carico anche di questo nuovo servizio previsto nei piani sociali di zona? Chi pagherà lo psicologo del territorio?

In Lombardia ecco che il Movimento 5 stelle con la pdl “Istituzione della figura dello Psicologo clinico di base del ruolo sanitario” sembra trovare un escamotage, proponendo di fatto una legge che una volta approvata non abbia problemi di copertura finanziaria, poiché istituisce sì, la figura dello psicologo di base in ambito sanitario ma non obbliga le regioni a dotarsi di un minimo di psicologi. Le regioni nella loro autonomia decideranno quanti (e se) istituirne, in base ai loro bilanci e dopo aver fatto posto nei loro sistemi sanitari a questa nuova figura, con la tutela della norma di parità di bilancio.

https://lqfb.bergamo5stelle.it/lombardia5s/initiative/show/463.html

Anche in questo caso pertanto, se la legge venisse approvata sarebbe dunque necessario ricorrere ad un piano di sperimentazione con un’ASL in una regione, che valuti i costi e l'efficacia dello psicologo di base.

Nel frattempo, in attesa di dati più oggettivi che permetteranno di varare una legge, l’inerzia degli eventi stà portando in direzione opposta. Gli unici dati certi al momento, infatti, sono quelli relativi alla nostra categoria professionale: Nel 2016 secondo i dati dell’ordine, si presume che gli psicologi arriveranno a quota 100 mila. Oggi in Italia c'è all'incirca uno psicologo ogni 740 abitanti, essendo ora 90mila, quasi la metà degli iscritti all'Ordine non svolge, di fatto, la professione di psicologo e comunque quelli che lavorano negli ospedali o nei servizi territoriali hanno contratti a tempo come assegni di ricerca, borse di studio, partita Iva.

Solo il 5% degli italiani ha avuto nella sua vita un contatto con lo psicologo. È una discrepanza, uno stigma, una barriera culturale da superare.

Il paradosso sta tutto qui: degli psicologi c'è più bisogno di ieri ma ci sono molti meno soldi per pagarli e dunque “Chi aiuterà gli psicologi a superare la crisi economica e il precariato lavorativo?” Noi, sempre pronti ad aiutare l’altro che pur di lavorare, a volte, finiamo per fare semi-volontariato… Chi soccorrerà la nostra categoria professionale in crisi ?”.

Quale contributo potrebbe dare l’Ordine degli Psicologi del Lazio, da qui al 2016?

Nel quadriennio 2010-2013, il governo dell’ordine, ha speso quasi 3 milioni di euro annui, in attività che non hanno toccato i bisogni della nostra categoria e sono stati incapaci di dare risposte alla crisi del settore.

La sipap in questi anni si è opposta duramente agli sprechi imposti da C&P e si impegna perché le cose cambino nel prossimo quadriennio. La Sipap, se passerà alla maggioranza si impegnerà nel mandato 2014-2017 a risparmiare almeno 300.000 euro all’anno dalle entrate dell’Ordine – almeno 1.200.000 euro totali nei 4 anni di mandato e ad investirli per la visibilità e l’occupazione di tutti gli psicologi. Investirà questi soldi per la promozione e la diffusione della cultura psicologica su tutto il territorio, creerà nuove convenzioni e protocolli d’intesa anche con assicurazioni private che prevedano il rimborso della spesa per la cura psicologica, promuoverà i progetti professionali di tutti i colleghi, a partire dai giovani psicologi, rafforzerà e creerà nuove iniziative di successo come il Mese del Benessere Psicologico e si attiverà nella ricerca di fondi per il finanziamento del progetto del prof. Solano.

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